Un serial killer… queen! (Intervista a Yaser Ramadan)

ADRIANA: Ciao! Iniziamo dalla presentazione!


YASER: Ciao a tutti! Sono Yaser Ramadan, ho 29 anni e vengo da Firenze. Sono un cantante, oltre che un insegnante di canto. 


ADRIANA: Insomma, un ragazzo che vive di musica! Ma quando hai scoperto questa passione? Quando hai iniziato a cantare e in che occasione? 


YASER: Ho iniziato ad intraprendere questo bellissimo percorso a 17 anni con degli amici. Abbiamo infatti deciso di formare una band, di cui ero il cantante. I nostri generi di riferimento erano il rock ed il metal, tant’è vero che abbiamo iniziato a farci conoscere suonando dei pezzi dei Black Sabbath. 


ADRIANA: Credo che il contesto band sia un ottimo modo di fare gavetta sia nel mondo musicale che in quello interiore; ti permette di crescere e di maturare un sacco, dato che non sei da solo a fare musica, ma devi collaborare e scendere a compromessi (in un certo senso) con gli altri membri del gruppo. 

A parte la parentesi della band, prima di tuffarti nella bellissima esperienza di Amici avevi studiato canto e/o avevi intrapreso un percorso di studi musicali?


YASER: Sì, studio canto da più di 10 anni e da qualche anno ho iniziato anche ad insegnare all’Athenaeum Musicale a Firenze.

Mi accompagno con il pianoforte che mi serve più che altro come ausilio alla composizione e all’insegnamento.


ADRIANA: Hai mai partecipato ad un talent show diverso da Amici o a qualche concorso?


YASER: Ho partecipato (e vinto!) a molti concorsi di canto e di band emergenti con i miei vecchi gruppi (Groove Ntrance, Crystal Crash), ma mai nulla al livello di Amici.


ADRIANA: Come ti è venuto in mente Amici? Perché proprio questo programma?


YASER: Negli anni ho provato più di una volta ad entrare ad XFactor e Amici senza successo, non avevo in mente un programma specifico purché mi desse la possibilità di farmi ascoltare da quante più persone possibile.

Inizialmente pensavo di essere fuori dalla fascia d’età per l’iscrizione (in effetti fino a qualche anno fa il limite d’età era di 26 anni).  Ma poi un collaboratore con cui stavo lavorando al singolo ”Your Game”, che ho pubblicato l’anno scorso (https://youtu.be/DyfxiTIozm8), mi ha fatto notare che la fascia d’età era stata allungata fino ai 31 anni. È stato proprio lui a spingermi a riprovare ai casting di Amici … il resto è storia!


ADRIANA: Raccontami un po’ dei tuoi casting. Come e quando si sono svolti?


YASER: Ci sono varie fasi delle selezioni che non vanno in onda, e che si svolgono già poco dopo la fine del serale dell’edizione precedente e durante tutta l’estate.

All’ultima di queste selezioni è presente anche Maria ed è la selezione dove viene deciso effettivamente chi parteciperà almeno alla fase dei casting in onda.

Sono abituato ormai a questo tipo di audizioni, ne ho fatte molte, e le affronto con una certa tranquillità.


Ricordo invece con molta emozione e con molto piacere il gruppo allargato che anche da casa avete potuto conoscere durante Amici Casting, sono ancora in contatto con alcuni dei ragazzi, ed è stato un periodo molto intenso durante il quale tutti sentivamo di essere vicinissimi dal realizzare un sogno, ma con uno spirito di gruppo senza competizione.


ADRIANA: Una tra le canzoni che hai portato durante l’ultimo step è stata “Somebody to love” dei Queen (https://youtu.be/kijpcUv-b8M ). Come mai quest’ardua scelta? Perché quando si portano queste canzoni così famose ed emblematiche, si rischia tanto di fare karaoke, quindi di imitare il cantante, di conseguenza risultare noioso nonostante la grande performance dal punto di vista tecnico (da precisare che, secondo me, questo non è il tuo caso). 


YASER: Alla formazione della classe ho deciso di portare “Somebody To Love”(https://www.wittytv.it/amici/yaser-somebody-to-love-18-novembre/), una delle mie canzoni preferite perché, oltre ad essere di grande effetto, rappresenta una parte importante della mia vita e sapevo che avrei potuto incanalare tutta l’emozione che stavo provando e trasformarla in energia nel canto.


ADRIANA: A chi hai pensato nel momento in cui hai ricevuto la maglia nera?


YASER: Alle tantissime persone che mi hanno sempre sostenuto fallimento dopo fallimento, e che mi stavano guardando con il fiato sospeso a casa mentre finalmente si stava realizzando il sogno che ho inseguito per anni. Mi commuovo solo a ripensarci…


ADRIANA: E’ bello quando, dopo tanti sforzi, riesci a realizzare il tuo sogno. E’ anche un modo per ricambiare tutti i sacrifici che la tua famiglia ha fatto per supportare la tua passione.

Comunque, dopo questa nota di commozione, mi piacerebbe chiederti se ricordi con chi hai fatto la tua prima lezione.


YASER: Pino Perris! Un grande insegnante e un grande musicista, pieno di risorse e sempre disponibile a sostenerci nei momenti difficili, non so come avremmo fatto senza di lui, Raffaella e Stefano.


ADRIANA: Che fortuna avere a disposizione delle persone, oltre che dei veri professionisti che mettono a disposizione il loro bagaglio di conoscenze 24 h su 24. 

Adesso passiamo al dopo-Amici. Quali esperienze hai fatto dopo la magnifica che ti portavi dietro?


YASER: Mi sono concentrato sulla scrittura ed ho partecipato ad Area Sanremo, arrivando alla finalissima (70 concorrenti). Ero ad un passo da Sanremo Giovani. È stata una piccola delusione ma una grande spinta a fare meglio la prossima volta e riprovare. Penso che in ogni campo, ma soprattutto in quello musicale, chi si ferma è perduto, nel senso che se credi veramente in quello che fai e hai talento, prima o poi riuscirai. E comunque sono stato felice del fatto che il mio lavoro è stato apprezzato.


ADRIANA: Crederci sempre, arrendersi mai! È un po’ il motto che, credo, ti abbia sempre accompagnato, dato che la caparbietà non ti è mai mancata. Sei infatti riuscito a diventare il frontman dei Killer Queen, official Queen tribute band italiana. Parlami un po’ del progetto e  di come hai fatto ad entrare nella band (da precisare che facevi già parte di questo progetto prima di andare ad Amici)?


YASER: Sono entrato nei Killer Queen nel 2015. La band è nata nel 1995 (compie l’anno prossimo 25 anni) e dopo tanto tempo il cantante-fondatore Raffaele ha deciso di smettere di cantare per dedicarsi ad altri aspetti della sua vita. Così i membri della band si sono trovati a dover cercare qualcuno che prendesse il suo posto. Un’amica (grazie Alice!) che cantava nel coro diretto dal tastierista dei Killer Queen gli ha fatto il mio nome e mi hanno contattato per una prova.

Già alla prima canzone mi hanno fatto capire che ero dentro la band!


ADRIANA: E’ una grande fortuna far parte di una band così importante. 

Ma guardiamo avanti!  Progetti futuri? Nuovi singoli? Album?


YASER: Ho molta musica in cantiere ma vorrei provare a passare da Sanremo prima di pubblicarla.

In alternativa sto valutando di fare qualcosa all’estero per la musica in inglese…


ADRIANA: Un ultima domanda: che consigli dai a tutti i ragazzi che hanno un sogno ma che, per diversi motivi, non si sono ancora gettati nella mischia e rischiato per fare della loro vita un capolavoro (perché, secondo me, una persona che insegue i propri sogni arricchisce la sua vita e non getta via il suo tempo prezioso)?


YASER: Per realizzare un sogno bisogna avere talento, coltivarlo, ed avere una determinazione incrollabile, e capisco che a volte possa far paura.

Ma seguire un sogno è una strada fatta di piccoli passi, e il più importante è il primo, che nel mio caso è stato quello di raccogliere un gruppo di amici e fare quello che amo, cantare, senza nessuna pretesa se non quella di godere della mia passione.

Quindi fate quello che vi rende felici e non abbiate paura di sbagliare, comunque vada ne sarà valsa la pena.


ADRIANA: Grazie mille per la tua disponibilità! Ti auguro tutto il successo di questo mondo, perché te lo meriti davvero tanto!


YASER: Grazie a te per il tuo lavoro, per un artista è importante far conoscere anche la propria storia!


ADRIANA: E’ verissimo. Riesci ad apprezzare maggiormente un artista se lo conosci anche dal punto di vista “personale” perché, a mio parere, impari a comprendere meglio le sue canzoni, le quali non sono nient’altro che la sua storia! Per me è un piacere scambiare due chiacchiere con persone con la mia stessa malattia … la dipendenza dalla musica! =D

In bocca al lupo!


YASER: Evviva il lupo! Ciao!

Restare con i piedi per terra e lavorare sodo, sempre! (intervista a Giuliano Vozella)

Buongiorno! Si continua con le interviste; stavolta, però, torniamo al sud. Scaldiamoci un po’ con il bel sole della Puglia (anche se il tempo ancora non lo permette…)!

Ecco a voi l’intervista a Giuliano Vozella!

1)      Iniziamo con la presentazione!

–          Mi chiamo Giuliano Vozella, ho 27 anni, sono un cantautore pugliese, ma mi sono trasferito a Milano ormai da un po’ di anni.

2)      Da quanto tempo suoni la chitarra? Inoltre, hai mai studiato canto?

–          Suono da quando avevo 10 anni. Successivamente mi sono laureato al Conservatorio, specializzandomi nello studio della chitarra jazz.

Non ho mai studiato canto, in realtà lo concepisco come parte integrante del mio strumento preferito in assoluto (la chitarra).

3)      Quando hai preso coscienza della tua passione per la musica e del fatto che volevi renderla una priorità?

–          L’ho deciso a 16 anni. Volevo abbandonare la scuola perché volevo dedicarmi unicamente allo studio della chitarra. Ma poi ho scoperto che per accedere al conservatorio avevo bisogno del diploma. Così l’ho preso in fretta senza perdere mai un anno per poi fare il test d’ammissione al conservatorio.

4)      Hai mai avuto paura di rimanere con un pugno di mosche e di restare con l’amaro in bocca per esserti dedicato solo ed esclusivamente alla musica, dato che al giorno d’oggi ci sono tantissimi talenti ed è molto difficile lavorare in questo campo?

–          No, perché la musica ha il potere di risollevarti in qualsiasi situazione.

5)      Quindi secondo te qual è l’elemento che non può mancare ad un vero artista per spiccare il volo?

–          Il non pensare di dover per forza spiccare il volo, restare con i piedi per terra e lavorare sodo, sempre.

6)      Quali sono i tuoi generi preferiti?

–          Sono il folk, blues, soul e jazz.

7)      In che modo essi hanno influenzato la tua musica?

–          Mi hanno influenzato molto nella scrittura, quindi nella stesura dei testi, ma anche (naturalmente) nella musicalità dei versi e nelle melodie delle mie canzoni.

8)      Di conseguenza, ti riconosci in un solo genere o ti consideri un artista eclettico?

–          Mi piace sperimentare e giocare con i diversi generi per creare sempre qualcosa di nuovo e fresco.

9)      Curiosando nella tua pagina youtube (https://www.youtube.com/channel/UCkym9wcgRufiNIoM27VHIFA), ho visto che hai un bel po’ di inediti, tutti scritti in inglese. Come si chiamano?

–          I titoli sono tutti nei miei cd divisi per uscita: Notes through the years (2012), Ordinary miles (2014), Learn to live (2017), Live in studio (2018).

10)   Qual è il tuo inedito preferito? Di cosa parla?

–          Non c’è un album o brano preferito, ma mi piace molto suonare live il brano “This green Garden” o “Even the rain”.

11)   Perché la scelta della lingua inglese? Da considerare che non tutti lo conoscono e lo comprendono, quindi è vero sì che è più facile dal punto di vista metrico e del sound, ma è anche vero che può essere considerato come un muro dal punto di vista della comprensione del testo e, magari, può provocare una mancanza di emozione da parte di chi dà peso alle parole. Cosa ne pensi?

–          Mi vedo molto più vicino a quel sound in questo momento, quindi mi viene spontaneo scrivere in inglese. La questione “muro” è da considerare nella testa delle persone perché in realtà chi si lascia emozionare non lascia nulla al caso ed analizza tutti gli aspetti di un brano (va oltre l’ostacolo della lingua straniera). Anzi è proprio a loro che mi piacerebbe parlare ed esprimere me stesso tramite lo strumento bellissimo che ho a disposizione, ossia la mia musica!

La musica mi fa sentire vivo! (Intervista a Lorenzo Girotti)

Buonasera!

Indovinate un po’ di cosa tratterà questo articolo?

Ebbene sì, un’altra intervista (scritta, stavolta) ad un giovane cantautore, Lorenzo Girotti!

Non aggiungo nient’altro, lascio che sia lui a presentarsi! Buona lettura!

Ciao! Mi chiamo Lorenzo Girotti. Sono nato a Napoli il 16 Giugno 1999, ho 19 e anni e sono un musicista. Ho iniziato a suonare e cantare a 14/15 anni e la cosa è andata a crescere senza che io me ne accorgessi! Oltre alla musica sono un grande appassionato di calcio, mi affascinano il design e la psicologia. Amo particolarmente camminare per Napoli, mi piace fare baldoria con gli amici e ovviamente suonare dal vivo!

Quand’è nata la tua passione per la musica?

1. La musica mi è sempre piaciuta, ma quando ho iniziato a studiare chitarra classica a 11 anni non mi entusiasmava come oggi; credo fosse dovuto al fatto che non avevo ancora capito cosa mi piacesse fare. Quando verso i 15 anni, ripresi in mano la mia vecchia chitarra classica quasi per noia, scoprii quanto mi appassionasse la musica leggera e chiesi ai miei genitori una chitarra acustica per Natale.

Hai deciso di “inseguirla” da subito o all’inizio pensavi che ci fosse altro a cui dare la priorità?

2. A 15 anni sinceramente non pensavo che un giorno avrei desiderato fare questo lavoro, ma da ragazzino non ho mai avuto idee chiare sul futuro. Poi, dopo un po’ di gavetta ed eventi che hanno segnato la mia vita, a Settembre 2016 ho intrapreso il mio percorso artistico, condito di video sui social, lavoro sui mie brani ed esibizioni in giro.

C’è mai stato qualcuno che ti ha messo i bastoni tra le ruote?

3. Era inevitabile. Mi sono esibito per la prima volta nel maggio 2015, in una serata di ragazzi di scuola e fu una bella esperienza. A inizio 2016 mi esibii in qualche manifestazione nella mia Pozzuoli grazie all’associazione ACLI, e ci sono state tante persone, specie miei coetanei, che non vedevano benissimo questa cosa, e non è stato facile. Poi un po’ alla volta ho messo a fuoco le idee e intraprendendo un percorso, ho iniziato a inseguire i miei obiettivi.

Chi è invece stato al tuo fianco e ti ha portato a perseguire questa strada?

4. Senza dubbio la mia famiglia e gli amici più cari che mi hanno spronato a migliorarmi sempre. Nell’ambiente musicale ho imparato tanto da amici come Daniele Sorrentino, Gianpaolo Impero (con cui ho lavorato ai miei brani), i ragazzi del format Cantame ‘na Canzone, e del format N’arte.

Tuoi inediti e cd.

5. Un percorso non facile. Quando ho iniziato a scrivere, scrivevo solo in inglese e non veniva vista benissimo da tutti. Nei primi due anni ho provato ben due volte a pubblicare un EP ma la mia inesperienza l’ha fatta da padrone. Ho fatto due singoli ad un anno esatto di distanza (Ottobre 2016 e Ottobre 2017) che non sono sul mercato ma solo su Soundcloud. Il 2018 è stato un anno di transizione e ho lavorato al mio primo EP in studio, il mio primo progetto discografico (finalmente!), al quale sto finendo di lavorare in questo periodo. Due mesi fa è uscito il mio inedito “Make you heal”, oltre all’ EP “Testa altrove” il 22 Marzo! 😍😍 (https://www.youtube.com/watch?v=jDqtKRM56yY). 

Quali esperienze hai avuto modo di fare fino ad ora? (Concerti, provini, ecc…)

6. Le primissime esibizioni live le ho sperimentate prima di impostare un percorso, e in due anni e mezzo ho suonato un po’ in qualsiasi situazione, e lo faccio ancora oggi, anche con più entusiasmo! Una cosa assurda è stata il mio concerto in piazza a Pozzuoli nell’ottobre 2016: avevo intrapreso questo percorso da nemmeno due mesi ma essendomi fatto conoscere appunto nella mia piccola città tentai questa piccola “follia”, che a sorpresa fu ben accolta da molti concittadini e fu indimenticabile. Quanto ai provini (per i talent ad esempio) o concorsi non mi precludo l’opportunità di fare esperienze nuove, ma magari più in là, con un po’ di maturità in più.

Il tuo rapporto con i social.

7. I social sono un metodo di comunicazione formidabile, anche se credo che oggi la nostra società ne sia un po’ assuefatta. Anche io come artista in passato ne ho fatto un uso un po’ eccessivo e ho cercato di darmi una regolata. È bello usarli per stare in contatto e regalare qualche pillola di quotidianità a chi ti segue, che è molto divertente, ma non bisogna dimenticarsi della vita reale.

I tuoi gusti musicali.

8. Le primissime canzoni che ho imparato sono state tutte pop: ‘We Are Young’ di Fun, e ‘Daylight dei Maroon 5’, avevo circa 13 anni; a 14 anni ho imparato ‘Let Her Go’ di Passenger che, insieme a vari brani di Ed Sheeran, mi hanno portato a chiedere ai miei genitori una chitarra acustica. La mia formazione deriva dai miei gusti, ed è molto ‘british’: sono un grande fan di Ed Sheeran, Coldplay. Sono anche un grande fan di Jovanotti, Cremonini, Pino Daniele, mi piacciono i Negramaro, La Maschera e molti altri, mi piace ascoltare un po’ di tutto. Prevalentemente prediligo il pop che è un insieme di modi di fare musica molto meno banale di quello che sembra.

Cosa pensi della musica di oggi?

9. Siamo in periodo storico in cui le cose cambiano velocemente e la musica ovviamente segue a ruota. Non vado molto dietro alle nuove tendenze come la trap, ma anche il modo di fare pop sta cambiando. Oggi è tutto molto più elettronico ma io sono molto legato agli strumenti acustici, e credo che fondere in maniera ragionata le due cose possa far nascere belle canzoni.

Magia a Ragusa Ibla (Intervista a Daniele Ricca ed Emilio Assenza)

Daniele Ricca (a sinistra) ed Emilio Assenza (a destra)

Ieri pomeriggio sono tornata ad Ibla e, passeggiando nella piazza principale, mi sono fermata ad ascoltare due musicisti bravissimi. Uno suonava il violino e l’altro la chitarra. 

La cosa che mi ha colpito maggiormente è stata la loro capacità di arrangiare dei pezzi pop e latino-americani rendendoli personali. Ascoltando, infatti, i diversi brani si scorgeva subito la loro anima.

Dopo qualche secondo di titubanza, ho deciso di chieder loro se potessi fare qualche video da pubblicare nel mio blog sulla musica. Alla fine del mini-concerto (se vogliamo definirlo così) sono andata a ringraziarli e ne ho approfittato per far loro qualche domanda.

Pubblico qui i vari video delle loro esibizioni, la mini-intervista e la locandina dei loro prossimi concerti.

Ringrazio ancora una volta Emilio Assenza, il chitarrista, e Daniele Ricca, il violinista, per avermi permesso di scambiare qualche chiacchiera con loro. Buona visione!

Grazie per non aver pensato male di me!

Buonasera. 

Come va? Spero tutto bene. 

Ieri ho pubblicato le mie prime emozioni riguardo al video “Pensare male” (https://passionfor.music.blog/2019/07/21/fuori-il-video-di-pensare-male/). 

Oggi ho visto un pezzetto di una videointervista ai Kolors riguardo al singolo, e devo dire che mi ha fatto riflettere parecchio. 

Mi sento di raccontare brevemente la mia esperienza di un anno fa affinché possa magari essere d’aiuto a coloro che si trovano nella mia stessa situazione. 


“Pensare male di me, ma in fondo non sai se crederci veramente”. Una frase che riflette tantissimo la mia condizione di un anno fa, quando tutto sembrava andarmi contro, quando tutto mi faceva sentire sbagliata. Questo perché le persone hanno sempre bisogno di dare aria alla bocca. Non mi so spiegare il motivo che le spinge a buttare così tanto veleno. Forse per invidia, forse per attirare l’attenzione, o forse per colmare il vuoto che hanno dentro. 

Ci tengo a precisare che anch’io ho commesso i miei errori, ma per inesperienza, perché non mi tolgo mai il maledetto vizio di pensare che gli altri siano come me. Non davo peso alle parole, perché pensavo di non contare, quindi a nessuno (o quasi) sarebbe importato il mio pensiero. Non riflettevo sul fatto che ogni azione ha una conseguenza… L’ho capito tardi. 

Qualche rimpianto ce l’ho, però in questi mesi ho cercato di trasformare qualcosa di negativo in positivo, di prendere quest’esperienza come un modo per crescere e per imparare dai propri errori. 

So che, nonostante questo, ci saranno sempre coloro che mi giudicheranno senza conoscermi e che cercheranno di buttare fango su di me, ma almeno saprò come difendermi. 


E comunque, voglio ringraziare soprattutto una persona che, nonostante tutto, mi è stata accanto non pensando male di me e non dando modo alle maldicenze di allontanarla da me. Lei ha creduto alla versione che IO le avevo mostrato per cinque anni. Credo che le sarò per sempre grata di questo. 


Quindi, morale della favola, non fidiamoci MAI dei pareri degli altri, non fermiamoci MAI alle apparenze, perché possono ingannare molto facilmente.

P. S. : Ne approfitto per pubblicare nuovamente il link del video, perché credo che questa SIGNORA CANZONE per niente scontata meriti davvero tanto: