#CHEDIVENTIUNAMODA

Nello scorso articolo (https://passionfor.music.blog/2020/01/03/natale-di-luce-tempo-di-occhi-nuovi/) ho parlato del messaggio che i ragazzi del coro Karisma hanno voluto trasmettere: guardare al mondo con gli occhi di un bambino ed imparare a cogliere l’essenza del Natale. Ed è proprio questo che Stash, frontman dei Kolors, ha voluto dimostrare mediante un’azione concreta. Ecco le varie storie da lui pubblicate:

Voglio fare una precisazione ed esprimere in tal modo il mio parere sulla questione. Stash, come tutti i personaggi famosi, HA IL DOVERE di rendere pubblici questi momenti poiché, essendo appunto noto e seguito soprattutto da molti giovani, può dare loro un esempio positivo. Perché non utilizzare i social in modo produttivo? Perché pubblicare solo foto in bikini o mostra-muscoli oppure sputare il veleno che scorre nelle vene mediante commenti sotto i post dei vip, sprecando il nostro tempo a criticare chi non conosciamo neanche? Ci sono già state critiche nei confronti di questi video, considerato un mezzo di aumento di like e followers: “Il bene si fa in silenzio”. Questo senza dubbio, ma io sono convinta del fatto che Stash, come tutti i volti noti italiani e non, non abbiano bisogno di questi stratagemmi per essere amati maggiormente dal pubblico. Anche perché non è un solo video a dimostrare chi si è veramente, ma le azioni di ogni giorno, e se si finge prima o poi la maschera cadrà e si svelerà chi è davvero.

Termino questo mini-articolo citando le parole di Stash: “Magari iniziasse una moda di questo tipo sui social, così almeno tra un post da fighi e l’altro ci sarebbe qualcosa come un messaggio umano dietro”. #chediventiunamoda #spreadsomeloveforanyone

Intervista a Celeste De Lisi

Buongiorno .

Ecco l’intervista a Celeste Delisi, una giovane artista emergente .

Prima di lasciarvi, però ,voglio porvi le mie scuse per aver portato alle lunghe l’intervista . Vi consiglio di vederla tutta perché, oltre a parlare della formazione artistica di Celeste, abbiamo trattato insieme degli argomenti importanti, oltre a parlare della mia piccola esperienza.

Buona visione!

Voci di donne

Qualche giorno fa si è svolto il convegno “Voci di donne”, organizzato dall’Università di “Mediazione Linguistica ed Interculturale” (nonché Struttura Didattica Speciale di Lingue e Letterature Straniere) di Ragusa Ibla È il terzo anno che si organizza quest’importantissima “tavola rotonda” che vede ospiti diversi docenti e professionisti, anche stranieri.  A dare il benvenuto la Professoressa M. Paino (Direttrice DISUM) e il Professore Burgio (Presidente SDS), mentre a presentare il convegno S. Lagdaf e M. Carreras i Goicoechea. Lascio allegata la locandina dei due appuntamenti del 29 e 30 Ottobre.

Molte volte si è parlato di donne in modo superficiale: le donne considerate come esseri fragili, da proteggere, e non come parte integrante della società che può fare la differenza. Un convegno che mira, dunque, a trattare un tema molto delicato ma senza, nel frattempo, alcun tipo di vittimismo; insomma, trattare le donne per quello che sono: degli esseri umani in carne ed ossa, non creature angeliche portatrici di salvezza. A tal proposito, mi viene in mente il libro “Psicosociologia del maschilismo” della scrittrice  Chiara Volpato, in cui si parlava di sessismo ostile e sessismo benevolo: il primo riguarda un’ostinazione nel controllare la donna, costringendola a restare entro i canoni della figura femminile della società e, in caso contrario, ad utilizzare la violenza per soffocare qualsiasi forma di ribellione; il secondo, consiste appunto nel considerare la donna come essere bisognoso di protezione da parte del maschio. In entrambi i casi si tende a subordinare la figura femminile a quella maschile ma, a differenza del sessismo ostile, quello benevolo non deriva da una visione “malata” dell’uomo che vuole far soccombere la donna al suo potere. Come dice la stessa parola, si tratta infatti di un sessismo che si muove per il “bene” della donna, per proteggerla dai pericoli della società. Ed è, purtroppo, un fenomeno molto diffuso, penetrato pian piano nella società e diventato ormai la “norma”, la “normalità”. Vi faccio un piccolo esempio derivante dalla mia esperienza. L’anno scorso mi trovavo a Roma in occasione del “Sinodo dei Giovani” con Papa Francesco. Io, insieme ad alcuni ragazzi dell’oratorio, siamo andati al supermercato a comprare delle casse d’ acqua (le bottigliette erano da mezzo litro). Avendo fatto tanta strada a piedi, un ragazzo era stanco; così mi sono proposta di portare io la cassetta d’acqua al posto suo. Dopo aver rifiutato il mio aiuto, ha chiesto ad un altro ragazzo di portarla, dato che era molto affaticato. Per molti, questo potrebbe sembrare un gesto di galanteria, a me invece è sembrato che quel ragazzo considerasse me, come le altre donne, troppo deboli per trasportare un peso sulle spalle. È come se tutte le donne avessero un deficit fisico e, per questo motivo, debbano essere preservate.  Un altro esempio del sessismo benevolo può essere trovato nell’espressione “Certo che con quel vestito te la vai proprio a cercare”. È vero sì che nella vita ci vuole decenza, ma è anche vero che ognuno di noi è libero di vestirsi come vuole, e NESSUNO, dico, NESSUNO è giustificato a toccare una donna solo perché indossa una scollatura provocante. Purtroppo è diffusa l’idea che se io esco con una minigonna è perché voglio provocare l’uomo; magari, per alcuni casi sarà anche vero, ma magari io indosso una minigonna perché mi vedo bella, perché mi sento a mio agio. Che poi penso che le scollature, come le minigonne o i vestitini, debbano saper essere indossati. Comunque, qualunque sia il motivo per cui io indosso un certo tipo di vestito, (ripeto) non è giustificabile il fatto che debba sentire fischi da parte di ragazzi (presenti anche se si indossa un jeans e una maglietta, questo fa capire che molto spesso il problema è il cervello di certi uomini) o, ancora peggio, essere toccata o molestata.

IO SONO UNA PERSONA, IO HO UNA DIGNITA’, pertanto esigo di essere RISPETTATA, com’è giusto e normale che sia. Invito a guardare con attenzione il “monologo” di Luciana Litizzetto, un discorso dall’argomento forte, addolcito con sfumature ironiche, ma carico di significato:

Chiudo questa parentesi per aprirne un’altra riguardante gli ospiti del convegno.

Come potete vedere dalla locandina, sia il 29 che il 30 Ottobre il Liceo Musicale Giovanni Verga di Modica ha avuto modo di mostrare le proprie eccellenze mediante degli interventi musicali a metà convegno. A rappresentare il liceo l’insegnante di pianoforte, nonché referente di indirizzo Loredana Vernuccio, e il professore di pianoforte Gianluca Abbate, che ha accompagnato le esibizioni di entrambe le giornate.

Da amante della musica, non potevo lasciarmi scappare quest’occasione. Così, ho avuto modo di parlare con Sophia Minauda, cantante lirica, allieva della professoressa Elvira Mazza, e Sofia Gagliolo, allieva della classe di violino del professore Pietro Vasile (che abbiamo avuto modo di ascoltare nella veste di compositore il 30 Ottobre con il brano “Come un alito di vento”).

Andiamo in ordine “cronologico”. Iniziamo quindi con l’intervista a Sophia Minauda (29 Ottobre), esibitasi con “ Il flauto magico” di Mozart e con “Think of me” (Phantom of the Opera) .

Sophia Minauda durante una sua esibizione

Adriana: Ciao!

Sophia: Ciao!

Adriana: Inizio con il farti qualche domanda sul tuo percorso. Quando hai iniziato? Quando hai capito che la musica era la tua strada?

Sophia: Allora, avevo quattro anni quando ho iniziato con canto moderno e ballo. Coloro che mi hanno in un certo senso influenzato (chiaramente in modo positivo) sono stati mia mamma, che canta, e mio zio, insegnante di ballo. A dodici anni ho invece iniziato con la recitazione, grazie alla quale ho avuto modo di mettere ancor di più in pratica la mia passione per il canto grazie ai vari musical a cui ho partecipato. Inoltre, grazie al liceo musicale, ho continuato con i musical ed iniziato canto lirico. Ho partecipato a “Io canto” nel 2010 e a “Tra sogno e realtà” su La5.

Adriana: Wow! Bellissimo! Ma quindi tu hai iniziato a studiare canto lirico solo al liceo, giusto?

Sophia: Sì. È stato qui che ho scoperto questa mia dote. Diciamo che è stata una cosa abbastanza improvvisa, che non mi sarei mai aspettata.

Adriana: Questo è il tuo ultimo anno di liceo?

Sophia: Sì. Sicuramente, dopo il diploma, continuerò con il Conservatorio, però proverò anche ad entrare nelle varie accademie di musical, ad esempio a Milano.

Adriana: Quindi in futuro ti vedi all’interno dei teatri sotto la veste di cantante lirica o di attrice nei musical?

Sophia: Non solo. Mi piacerebbe sperimentare anche l’ambito della musica moderna; infatti, il mio genere preferito è quello di Ariana Grande … praticamente, canto solo lei!

Adriana: Comunque, Ariana non è così distante dall’ambito lirico, cioè c’è bisogno di una buona estensione per cantare le sue canzoni; di conseguenza, avere un’impronta lirica non può che essere un tuo vantaggio!

Sophia: Assolutamente! Ariana è una voce semi-lirica.

Adriana: Esatto! Quindi, ritornando ai tuoi esordi, hai avuto un grandissimo appoggio da parte della tua famiglia, nel cui sangue scorre l’arte!

Sophia: Sì! Sia i miei genitori che mia nonna, che ho scoperto facesse canto lirico, mi hanno spinto ad andare avanti.

Adriana: Diciamo che il sostegno da parte della famiglia non è indispensabile, ma a mio parere fondamentale. È chiaro che se ti poni degli obiettivi miri al loro raggiungimento, anche se magari la tua famiglia non ti supporta al cento per cento. Però è anche vero che avere una parola di conforto, un incoraggiamento da parte loro è sicuramente un ottimo modo per accrescere la tua autostima, intanto, e poi per trovare la forza per lottare verso la realizzazione dei tuoi sogni ed aspirazioni.

Sophia: Esattamente! La famiglia è il tuo pilastro, perché può aiutarti nei momenti difficili come nessuno, neanche il tuo migliore amico, può fare. Molti artisti, purtroppo, non avendo avuto un sostegno, hanno conosciuto delle persone che hanno fatto prendere loro delle strade sbagliate e si sono persi … .

Adriana: Purtroppo sì. Ti faccio un’ultima domanda: nel caso in cui dovessi intraprendere la strada del canto moderno, ti piacerebbe diventare una “cantante vera e propria”?

Sophia: Assolutamente! Mi piacerebbe tantissimo calcare i palchi più rinomati e spaziare dal genere pop alla trap, che è un po’ lo stile di Ariana Grande! Quindi mi piacerebbe uscire un po’ dallo schema della cantante lirica che si esibisce solo nei teatri … diciamo che mi piace molto essere poliedrica!

Adriana: Insomma, ti piacerebbe fare tutto, basta che sia musica!

Sophia: Esatto!

Adriana: Grazie mille per questa chiacchierata! Ti auguro il meglio!

Sophia: Ma grazie a te! A presto!

 Passiamo adesso all’intervista a Sofia Gagliolo, esibitasi con la “Cantata n° 147” di Bach e con “Ave verum corpus” di Mozart.

Sofia Gagliolo

Adriana: Ciao!

Sofia: Ciao!

Adriana: Intanto, ti ringrazio per la tua disponibilità!

Sofia: Ma grazie a te!

Adriana: Iniziamo con la prima domanda. Quando hai iniziato questo percorso e quando hai capito che volevi fare la violinista nella vita?

Sofia: È una domanda un po’ difficile. Allora, avevo 11 anni quando ho iniziato, un po’ “tardi” se così si può dire, nel senso che ci sono un sacco di musicisti che hanno intrapreso questo percorso sin dalla tenera età. Quando ho iniziato,  non avevo una strada ben chiara (ero ancora una ragazzina). Però col tempo ho capito che era una grande passione, e che quindi valeva la pena continuare a studiare violino. Ho quindi frequentato il corso musicale alle scuole medie e poi mi sono iscritta al liceo musicale di Modica. All’inizio stavo optando per il liceo classico o scientifico, ma appena sono entrata da quella porta e ho sentito la musica proveniente dalle diverse aule, ho subito pensato che quello fosse il mio “habitat naturale”. Insomma, è stato amore a prima vista! Passano i primi anni, e non ero ancora molto convinta, anche perché non tutti i professori mi hanno spronata, invogliata, stimolata a continuare a camminare per quel sentiero. Ma dal terzo anno di liceo è scattata la scintilla, ed è stato proprio in quel momento che ho realizzato che volessi fare questo nella vita, perché è bellissimo;  salire sul palco e sentire quella tensione, quell’ansia da prestazione, che però riesci a tramutare in energia positiva nel momento in cui vedi le espressioni del pubblico e pensi soltanto a farlo emozionare.

Adriana: Assolutamente d’accordo con te! Ma quindi, ritornando al discorso del supporto, hai avuto un riscontro positivo da parte della tua famiglia, oppure hai dovuto fare tutto da sola?

Sofia: La mia famiglia è assolutamente contenta della mia scelta, perché sanno che è quello che voglio e che mi rende felice.

Adriana: E questa è una fortuna immensa che non tutti hanno, purtroppo, perché molto spesso i genitori hanno delle aspettative ben precise che vogliono riscontrare nelle scelte dei loro figli.

Sofia: Purtroppo è vero. Tu considera che mio padre è chitarrista, mamma no, però si respira comunque aria di musica a casa mia!

Adriana: Hai comunque preso da tuo padre questa grandissima e bellissima passione.

Sofia: Sì, ma poi è bellissimo avere accanto a te qualcuno che parla la tua stessa lingua. Certe volte ci dilettiamo in improvvisazioni, e ci divertiamo un mondo!

Adriana: Immagino quanto sia bello condividere la tua arte con una persona così vicina e così speciale! Comunque, hai avuto modo di condividerla anche al di fuori del “nido familiare”, esibendoti in teatri e solcando diversi palchi …

Sofia: Assolutamente sì! La mia più grande fortuna, specialmente quest’ultimo anno di liceo, è stata quella di far parte dell’ “Ibla Ensemble”. Grazie ad esso ho avuto modo di esibirmi nei palazzi nobiliari di Ibla. Abbiamo fatto concerti pop, quindi repertorio musica da film (anche colonne sonore), ma anche musica barocca … insomma, di tutto e di più! Mi reputo una persona molto fortunata, anche perché con l’Orchestra Sinfonica e l’Orchestra d’Archi del Liceo Musicale, sono quasi diventata “di casa” in palcoscenici come quello del Teatro Garibaldi di Modica, da anni ormai considerato spazio in cui si esibiscono sia studenti, ma anche musicisti di chiara fama. Inoltre, grazie allo sprone del mio Maestro, lo scorso giugno, ho avuto l’onore di calcare palcoscenici come quello del Teatro Antico di Taormina, in qualità di spalla dei Violini Secondi dell’Orchestra Scolastica Regionale Siciliana. Un’esperienza non da poco dato che mi ha portata ad esibirmi davanti alle più alte cariche istituzionali della Scuola, sia a livello regionale che ministeriale.

Adriana: Wow! Speriamo che questo sia solo l’inizio! A proposito, quali sono i tuoi progetti futuri?

Sofia: Sicuramente il conservatorio, anche se ancora non so bene dove. Penso di prendere la laurea triennale qui in Sicilia … poi, chissà, magari andare su o addirittura all’estero (potrei sfruttare il fatto di essere italoamericana, quindi l’idea di fare qualche anno fuori non sarebbe così impossibile da realizzare…).

Adriana: Assolutamente! Sicuramente, studiare all’estero amplia  le tue conoscenze linguistiche e musicali, ma dona anche prestigio al tuo curriculum.

Sofia: Eh sì! Anche perché, al giorno d’oggi specialmente, le conoscenze sono fondamentali, non in senso negativo, naturalmente!

Adriana: Sì, sono degli agganci che ti aiutano a fare della tua passione un lavoro vero e proprio.

Grazie ancora per questa breve (ma intensa) intervista!

Sofia: È stato un piacere! A presto!

Come stai? (Intervista a Lor3n)

Adriana: Ciao! Presentati!

Lorenzo: Ciao! Sono Lorenzo Iavagnilio, in arte Lor3n, ho 18 anni e suono e canto da quando avevo 11 anni.

Adriana: Qual è stato il tuo primo approccio con la musica?

Lorenzo: Il mio primo approccio l’ho avuto grazie a mio padre. In effetti aveva una chitarra, regalatagli da mia madre, e dalla prima volta che l’ho vista ho cominciato ad interessarmi sempre di più.

Adriana: Hai mai studiato professionalmente o sei autodidatta?

Lorenzo: Studio musica dalla prima media in una scuola che oramai è diventata parte di me ed è proprio grazie ad essa che sono riuscito a trovare maggiori stimoli per andare avanti.

Adriana: Che rapporto hai con la musica? Lavori già a stretto contatto con essa o per adesso è soltanto un hobby che, magari, in futuro potrà diventare qualcosa di più concreto?

Lorenzo: Il mio sogno sarebbe quello di riuscire a vivere solo facendo musica, ma per ora mi diletto solo nel fare live nella mia piccola città.

Adriana: Parliamo del tuo inedito “ Come stai” (https://m.youtube.com/watch?v=k-mBmHvBRCo&feature=youtu.be ). Com’è nato? Inoltre, è un progetto a se stante o uno tra i varo brani di un cd?

Lorenzo: Il mio primo inedito uscito a fine luglio, “Come stai?”, è nato nel mio home-studio attraverso un giro di semplici accordi. È un progetto a se stante, infatti ho intenzione di far uscire il mio primo album a distanza di circa 5 inediti.

Adriana: A chi e a che situazioni ti ispiri di solito quando scrivi le tue canzoni?

Lorenzo: Quando scrivo le mie canzoni mi ispiro esclusivamente a quello che ho vissuto o provato e devo ammettere che mi aiuta molto poiché è un modo per liberarmi.

Adriana: Progetti futuri. In che modo pensi di far diventare la musica una tua realtà quotidiana?

Lorenzo: Per quanto riguarda il mio futuro ho dei progetti ben chiari. Vorrei far uscire, come ho già detto, altri 4 brani e infine proporre un mio album. Ho intenzione di far appassionare la gente della mia musica e proverò a farlo attraverso il mio secondo inedito che probabilmente uscirà a fine Novembre.

Adriana: Ti ringrazio per la tua disponibilità!

Lorenzo: Ma grazie a te! A presto!

Quando il make-up e la musica si fondono… (Intervista a Debora Manenti, vincitrice del Festival di Castrocaro 2019).

Ciao!

Come va? Spero tutto bene.

Io mi sto godendo gli ultimi giorni di libertà prima dell’inizio del secondo anno di Università. Sarà un anno impegnativo, ma sono sicura che mi permetterà di maturare ancora di più, oltre ad aumentare le mie conoscenze e competenze in ambito linguistico.

Adesso basta parlare di Università. In quest’articolo vi parlerò brevemente di una ragazza di 21 anni con un sogno: la musica. Fin da piccola ha coltivato il suo sogno, affiancata dai suoi genitori e da sua sorella, anche lei fortemente appassionata di musica e canto e, a 12 anni circa, ha iniziato a studiare canto. La musica è quella polverina magica che la fa sognare: il palco è la sua terra, il posto in cui si trova a suo agio, perché lì può essere veramente se stessa, senza filtri né maschere. Se fosse per lei, non scenderebbe mai dal palco per non smettere di cantare. Il canto è il suo modo di esprimere emozioni, di condividere messaggi sociali che non tutti avrebbero il coraggio di affrontare. Per questo la scelta di pezzi ardui, forti: perché la voce è uno dei veicoli migliori per lasciare un segno.

Sto parlando di Debora Manenti, vincitrice del Festival di Castrocaro 2019.

Non voglio scrivere nient’altro: sarà lei a raccontarsi, stavolta non attraverso il canto. Ecco a voi la nostra chiacchierata.

Video Casting Amici di Debora Manenti
Premiazione concorso canoro 30^ Goccia d’Oro ed esibizione canora di Debora con il brano “Look at me now” (Chris Brown)
Intervista a Debora su Rai2 nel programma “I fatti vostri”